E’ polemica sulla distribuzione a scuola dei pomodorini fuori stagione in bustine di plastica. Il programma ministeriale “Frutta e Verdura nelle scuole”, nell’ambito di una programmazione europea che intende incentivare la sana alimentazione, ha stabilito l’incentivazione di frutta e verdura negli edifici scolastici ma il risultato per ora ha scatenato solo polemiche.
Una mamma, vedendo il figlio tornare a casa con questa soluzione alimentare, ha commentato sui social:
“Pomodoro ciliegino. A Gennaio. In comode ed ecologiche monoconfezioni di plastica. Educazione all’alimentazione, alla stagionalità e alla sostenibilità mode OFF.“
Non sono rispettati, infatti, i concetti di stagionalità, plastic free e filiera corta.
La distribuzione di questi prodotti nelle scuole è gestita dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, a cui Greenpeace ha chiesto spiegazioni.
Il programma fa riferimento sia alla stagionalità che alla territorialità e nel biennio 2017-2018, ha portato all’Italia oltre 21 milioni di euro di fondi europei, che come sottolinea Greenpeace, potrebbero essere usati con maggiore attenzione “in termini di sostenibilità, potenziando anche gli interventi educativi nelle scuole”. Perché se “è bene investire denaro pubblico nel sostegno dell’agricoltura e nell’educazione alimentare“, aggiunge Greenpeace, “è necessario che tali investimenti siano coerenti con le politiche di difesa dell’ambiente e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.”
Greenpeace teme che la scarsa attenzione dimostrata dalle istituzioni verso gli impatti ambientali legati alla filiera agroalimentare, per di più proprio nell’ambito di un programma educativo, rispecchi una scarsa attenzione generale, che decisamente non ci possiamo più permettere: “Quando la Ministra Bellanova parla di sostenibilità, ha in mente i pomodorini distribuiti fuori stagione in una bustina di plastica, o temi come la filiera corta, la stagionalità, la riduzione della produzione intensiva di carne?”.