Il Pd leccese, tramite Rotundo, chiede risarcimenti per Tap. Potì: “Il Comune di Lecce si costituisca parte civile nel processo”

Nella giornata di ieri, il capogruppo del Pd a Lecce, Antonio Rotundo, si è fatto avanti rivendicando il diritto-dovere del territorio di aprire una vertenza con il governo e chiedere compensazioni in seguito all’attraversamento dell’interconnessione Tap del territorio urbano per oltre 22 chilometri.
Nel novembre del 2017 il Comune di Lecce non aveva aderito al documento firmato da 37 sindaci salentini con il quale si chiedevano al governo interventi concreti in merito a investimenti aggiuntivi di Tap e Snam, quindi la rivendicazione del consigliere è risultata una sorpresa.
Nel frattempo, il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, rilancia la rivendicazione di Rotundo sulla necessità di ristori ambientali, ricordando che non si tratta di una posizione nuova ma parte da lontano. “Considero utile una ricostruzione di quanto accaduto nel tempo – partendo da questa dichiarazione – per ribadire il ruolo avuto dalla mia amministrazione in questa vicenda – afferma Salvemini –

Nell’ottobre del 2017 il Consiglio comunale di Lecce si espresse negativamente sul passaggio del metanodotto SNAM
sulla base del parere del dirigente del Settore Pianificazione e Sviluppo del Territorio sussistevano ampie motivazioni di incompatibilità dell’opera con l’assetto ambientale e paesaggistico dei 22 km circa di territorio comunale che sarebbe stato attraversato dal Gasdotto. Oltre ai pareri tecnici la delibera riportava anche motivazioni di altro tenore: la scelta, ritenuta sbagliata, della localizzazione dell’approdo dell’opera a San Foca e la conseguente ferma contrarietà delle comunità locali.

Non solo: in delibera erano richiamati i pareri sfavorevoli, espressi in ambito di procedimento di VIA, della Regione Puglia, del Ministero dei Beni Culturali, con le relative motivazioni. Nonostante questo ampio fronte istituzionale di contrarietà alla realizzazione dell’opera – che comprende anche quasi tutti gli altri comuni attraversati dal metanodotto Snam – il Governo e i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico ritennero di rilasciare la VIA, in quanto considerata di interesse strategico nazionale. Un provvedimento, quello della VIA, che è stato oggetto di ricorsi alla giustizia amministrativa, ai quali ha resistito in giudizio.

Oggi quello per l’Interconnessione Tap è un cantiere aperto che attraversa il nostro territorio comunale. E che, come il Comune di Lecce aveva indicato rilasciando parere sfavorevole all’opera, genera un impatto rilevante dal punto di vista ambientale e paesaggistico.

Da sindaco – nell’interesse della mia comunità – non posso che ribadire quanto già ci preoccupammo di inserire nella delibera dell’ottobre del 2017: l’esigenza di “stabilire specifiche misure di ristori ambientale e paesaggistico” nei confronti della città di Lecce in caso di realizzazione dell’opera.

Giunti a questo punto il mio dovere di amministratore non è assecondare sentimenti di orgoglio ferito o chiusure pregiudiziali motivate da ragioni che, evidentemente, non sono state considerate sufficienti per fermare l’opera. né in sede giudiziaria, né in sede politica.

Il mio dovere è partire dal dato di realtà – che vede un cantiere aperto che ha già generato impatti rilevanti – e impegnarmi perché il sacrificio imposto alla comunità leccese venga adeguatamente compensato; adempiendo agli indirizzi ricevuti dal Consiglio Comunale della città. massima espressione della volontà popolare”, conclude il sindaco di Lecce.


Contro la posizione dell’amministrazione leccese, si esprime il sindaco di Melendugno. «Non si può parlare di compensazioni per un’opera che arreca danni al territorio – manda a dire Marco Potì -. Il Comune di Lecce, piuttosto, si costituisca parte civile nel processo, al fianco dei sindaci che hanno denunciato le irregolarità. Se siamo certi che quest’opera fa danni sul territorio, non possiamo trattare per le compensazioni. Otto sindaci hanno denunciato le irregolarità e la Procura ha rinviato a giudizio dirigenti di Tap e non solo. Il Comune di Lecce dovrebbe unirsi a noi, costituendosi parte civile in questo processo». La prima udienza si terrà l’8 maggio. Fra le parti offese, oltre ai Comuni, anche la Regione Puglia.