Lecce d’altri tempi

L’attuale via Templari era chiamata la ” Sthrata te li Scarpari “, ed era molto piu’ lunga dell’attuale, tenendo presente che vi erano ancora le Capande, e finiva fino all’angolo di via Mocenigo, prima dell’attuale Bar Alvino. Era un’arteria con un intenso traffico pedonale, anche perche’ in quella via vi erano numerosi negozi, tra palazzi neri affumicati e atrii scuri e misteriosi. Negli anni ’20/’30 innanzitutto vi erano molti calzolai, poi c’era la sartoria Natale, un laboratorio per uomo in cui si confezionavano abiti da cerimonia; un Grande Bar Caffe’ ed uno piu’ piccolo; piu’ avanti una drogheria , l’unico negozio a Lecce che vendeva il lievito di birra; accanto un venditore di focacce (30 centesimi il pezzo); poi c’era lu ” Niceta ” che vendeva esclusivamente olio di oliva (quello di migliore qualita’, 6 lire a litro), all’interno sulla parete campeggiava un piccolo coccodrillo imbalsamato che faceva sbalordire tutti i passanti. Sul medesimo lato della strada vi era la panetteria Toma-Quarta, che in seguito apri’, nello stesso luogo, la prima pizzeria ” Napoletana”. Poi c’era ” Lu Ginu ” che vendeva vestiti usati. Dopo la Conservatoria delle Ipoteche vi era la profumeria Liguori e di fronte il negozio di stoffe ” Biancofiore “. Lu Mastru Tornese non mi ricordo che faceva, poi c’erano due negozi di calzature e la tintoria ” Nave “. Giovani lustrascarpe ( li pulimbi ) attiravano con canzonette gli uomini che transitavano. Vi erano tanti altri negozi, ma io l’ultimo che ricordo, da vecchi libri, era mesciu Nzinu, uomo corpulento che vendeva in un piccolissimo ambiente recipienti di rame rossa. Insomma…..una Lecce d’altri tempi…………..

Gianni Binucci