Il Movimento Culturale “Valori e Rinnovamento” presenta: OMNIA VINCIT AMOR, silloge poetica di Giuseppe Pellegrino, il 29 febbraio presso la Fondazione Palmieri a Lecce

Il Movimento Culturale “Valori e Rinnovamento” presenta : OMNIA VINCIT AMOR, Edizioni Esperidi, silloge poetica di Giuseppe Pellegrino, giovedì 29 febbraio 2024, alle ore 18,30, presso la Fondazione Palmieri, vicolo dei Sotterranei (alle spalle del Duomo), Lecce.

La serata si aprirà con il saluto di Carla Palmieri, Fondazione Palmieri. Introdurrà Wojtek Pankiewicz, presidente di “Valori e Rinnovamento”. Dialogheranno con l’autore Chiara Armillis, psico interprete d’arte ed Enrico Romano, poeta, presidente del Premio Vitruvio – Le Muse. Gli intermezzi musicali saranno di Chiara Papa. Ingresso libero.

Giuseppe Pellegrino, medico e psicoterapeuta, laureato anche in filosofia, ha esordito come scrittore nel 2013 con “Mostruosità letterarie – Diario di autoterapia (Milella Spazio Vivo Ed.). Nel 2014 pubblica “Interni d’uomo” (Besa Ed.). A seguire, nel 2016, “Assoluto Relativo” (Milella Spazio Vivo Ed.) e, nel 2017, “Erotico Caos (Argo-MENTI Ed.). E nel 2018 “Il bisturi e la penna” ( Argo-MENTI Edizioni ).

“…..Siamo abituati ad associare alla fragilità immagini negative come la debolezza, l’immaturità, la malattia, l’inconsistenza, la mancanza di forza, determinazione, produttività ed efficienza. E come tale, la priviamo di senso e di valore, le attribuiamo trepidità morale, caducità, vulnerabilità. Ma pochi vedono in essa valori di esistenza superiore quali l’empatia, la delicatezza, la gentilezza, la grazia, la spiritualità, la dignità: tutti attributi e virtù che ci consentono di entrare più facilmente in sintonia con gli altri…..” Giuseppe Pellegrino

“Temi esistenziali amplificati ma anche deformati dalla realtà che ci ha costretti a tante rinunce e che, per l’autore, sono stati vissuti “in trincea” anche come professionista, come medico umanista. La ricerca lessicale e la conseguente forma espressiva si adeguano, in questo libro, alla scabrosità, alla ruvidezza del particolare momento storico che il poeta vive in prima persona con la doppia visione del professionista, appunto, ligio al proprio dovere e nell’esclusivo interesse del paziente e della collettività, e dell’uomo poeta che avverte l’irreprimibile necessità, fisiologica e spontanea, di mettere in guardia, di avvertire gli altri che c’è da prestare attenzione a ciò che accade perché non basterà che “sia finita”, perché sia finita!” Dalla prefazione di Enrico Romano