Riflessioni a margine del Covid 19

Ci siamo mai fatti delle domande su come abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo quest’anno durante la pandemia COVID 19?Non intendo tanto il rapporto con le regole, più o meno opportune, più o meno restrittive, ma quello con la nostra vita intima, con le nostre emozioni e le nostre relazioni.

Sembra che in quest’anno sia stato messo tutto in discussione. Non abbiamo più ciò che ritenevamo acquisito una volta per tutte: la facoltà di muoverci a piacimento, di viaggiare, di stare insieme, di incontrarci in quattro, dieci o cento, la convivialità, l’abbraccio, una stretta di mano sincera, persino la possibilità di stare in casa tranquillamente con tutta la nostra famiglia, nonni, nipoti, zii, cugini compresi.

Viene da pensare che forse avevamo dato per scontate e gratuite troppe cose. È come se il cielo avesse voluto toglierci ciò a cui eravamo troppo abituati e non apprezzavamo più, per farci riflettere sull’importanza delle semplici ma preziose cose della vita quotidiana. A molti è stata tolta anche la cosa più drammatica e dolorosa: la possibilità di essere vicini ai loro cari nel momento del passaggio definitivo, senza una parola di conforto, senza un saluto, una carezza. Lo sanno bene coloro che non hanno avuto la fortuna (sì, la chiamo fortuna) di essere presenti in quel momento così unico come la scomparsa di un congiunto. E allora? Allora, forse, dovremmo riconsiderare il tutto. Quanto dovremmo essere grati per tutte le piccole, immense cose che viviamo quotidianamente, i piccoli preziosi attimi colmi di amore, di gioia, di possibilità che ci siamo lasciati sfuggire, che non abbiamo colmato con la nostra attenzione, la nostra dedizione, il nostro impegno! Quanto dovremmo essere grati per tutto ciò che è intorno a noi, con noi, ogni momento: i nostri figli, genitori, nipoti, gli amici; le giornate così come si presentano, soleggiate, ventose, piovose; ciò che conforta la nostra vita e anche ciò che la rende una sfidada affrontare, o un gioco da portare a compimento!

Così, quando ritorneremo a vivere una vita “normale”, allora non dovremmo dimenticarci di quanto siano importanti quelle cose che non consideriamo più e che avevamo scordato quanto fossero vitali per noi. Ce la faremo? Lo spero, per me e per tutti.

Ancora, mi chiedo cosa può darci, insegnarci questo momento così particolare: la solitudine, il silenzio, la possibilità di stare da soli con noi stessi, di guardarci dentro, di fare un bilancio della nostra vita, di fare tante cose che avevamo rimandato. Non siamo più abituati al silenzio? A fare i conti con noi stessi? Sì, è vero. Questa è una cosa che ci manca, così proiettati verso l’esterno come siamo stati fin qui. Forse troviamo difficile stare da soli. Ci può sembrare doloroso, eppure è una grande opportunità. Pensiamoci!

Viviamo il momento presente per come viene, senza rivangare il passato e senza timori per il futuro. Se viviamo nel momento, nell’attimo presente, dando tutto di noi stessi, sentiremo che non abbiamo sprecato nulla del nostro tempo. Che tutto è stato perfetto per noi, così come si è presentato, proprio come un dono, nel bene e nel male!

BRUNA CAROLI

Operatrice del Consultorio Diocesano “La Famiglia”