A Lecce si trova il mare: domani l’Open Studio del pittore Luca Bray

Luca Bray

Da un anno in Salento, con un nuovo piccolo studio che nel giro di 12 mesi si è riempito di mare, il mare del Salento, nelle grandissime tele che sono il suo mondo, il suo habitat naturale: domani, dalle ore 17 alle ore 20, sarà possibile entrare nel mondo artistico di Luca Bray, pittore giramondo, e ammirare il nostro, il suo mare, nei venti pezzi realizzati da quando è tornato nella sua terra d’origine, a Lecce.

Di padre salentino, martignanese, e madre cremonese, il pittore ha però un’anima contaminata dai luoghi in cui ha vissuto e che ora porta a casa: “Il Salento mi ricorda tanto il Messico con questa filosofia del rimandare a domani, a più tardi, senza frenesia”.
L’ideale, quindi, per un artista che dipinge con tutto se stesso, nel vero senso della parola, come ci racconta: “Dipingo per terra, con le mani. Ho una visione aerea dei quadri, la stessa sensazione che si ha quando si prende l’aereo e si guarda fuori dal finestrino e si resta estasiati dalla visione del terreno, dei laghi. Io vedo così i miei quadri mentre li realizzo e anche quando li appendo alla parete continuo a vederli dall’alto. Dipingo con le mani e gestisco il flusso del colore, cosa che ovviamente non è stata immediata, ci sono voluti molti anni. Per un quadro utilizzo anche 20-30 litri di acqua raggia e poi secchiate d’acqua. Il risultato è che ho sempre il corpo dipinto di blu e le macchie restano anche se provo a lavarle via con una spugna di chiodi, fanno parte di me. La mattina, dopo il potere della notte, arrivare in studio e vedere il quadro è una sorpresa: un tempo era disastrosa, oggi per fortuna no”.

Sono grandissime le tele di Luca Bray, quasi come se volesse davvero metterci dentro tutto il mare che riesce a catturare con lo sguardo, a Castro, dove ricorda il suo Messico, o a Torre Chianca, dove ha scoperto che il mare è davvero così vicino a Lecce: “Le mie tele sono molto grandi, è vero. L’ispirazione mi venne in Messico 25 anni fa: c’erano queste case giganti con all’interno dei quadri minuscoli che, inutile dirlo, non mi piacevano per niente. Ho iniziato ad immaginare dei formati enormi per queste pareti gigantesche, così sono diventato il pittore dei quadri grandi. Alcune persone sono arrivate a commissionarmi tele di 9 metri per due o per tre. A Barcellona avevo uno studio/laboratorio così grande, un’ex fabbrica, che mi permetteva di dipingere su formati grandissimi e lo farei ancora se avessi quello spazio. A Lecce lo studio è più piccolo e riempio tutto lo spazio a disposizione, come vedrete domani”.

L’idea di un Open Studio è un aprire la porta alle persone svelandosi non come in una mostra, formale e studiata, bensì come un invito amichevole e aperto a far conoscere il proprio lavoro, coi suoi frutti, coi suoi sforzi, con le sue macchie di colore, blu ovviamente, ancora per terra: poche formalità, tanta espressione di creatività e sensibilità artistica. “Quello che mi fa più felice – dice Luca – è far vedere il mio mare al Salento, quello che io ho catturato, rubandolo da te, da lei, e riportandolo sulla tela. Rubo le tue storie, il tuo modo di vedere, le faccio mie e diventa un bel caos blu”.

Ciascuno, quindi, avrà la propria sensazione, magari riconoscerà un fondale, lo associerà al proprio angolo di Salento preferito e lo porterà con sé.

L’appuntamento è in via Antonio Casetti n.21, a Lecce, dalle 17 alle 20.

Marcella Barone