La scrittrice leccese Giovanna Politi presenta il suo romanzo alla Fiera del Libro di Roma

Mercoledì 4 dicembre, la scrittrice leccese Giovanna Politi presenterà il suo ultimo romanzo Io sono l’a-more alla Fiera del Libro di Roma “ Più libri più liberi” che si terrà presso il “Centro Congressi Nuvola” di viale Asia.

La scrittrice è reduce da numerosissime presentazioni in tutta Italia e anche all’estero, una per tutte la Fiera del Libro di Francoforte. Il suo romanzo Io sono l’a-more, dopo la partecipazione nell’ottobre 2018 a quello che è a pieno titolo il cantiere dei libri più importanti d’Europa, è stato tradotto e presto sarà pubblicato da una nota Casa Editrice tedesca.

Io sono l’a-more è il romanzo che educa a un nuovo “sentire” oltre l’udibile, la narrazione sensuale, passionale, ma anche dolorosa della natura umana in tutte le sue fragilità e in tutta la sua contraddittoria bellezza. L’essere umano, incoerente, sofferente, mortale, è salvato da una sola meraviglia che, a un tratto, irrompe e gli s’impone: l’a-more. Perché a-more significa: senza morte. Chi ha amato, anche solo per un solo istante, ha infatti sublimato la sua anima rendendola immortale.

Livia, la protagonista, è una ragazza sorda dalla nascita che conduce il lettore nel suo mondo ovattato e silente, dove segnando con mani veloci come rondini in volo, condivide il suo mondo di donna-isola, il suo rapporto speciale con la mamma, quello magico con la nonna, quello rabbioso con un padre assente che poi recupera scoprendosi libera da ogni rancore, quello con la poesia che le esplode dentro servendovi dell’aria salmastra come vettore per ogni sua emozione. Livia che ama Lorenzo, l’amore infedele che si scontra con tutti i falsi perbenismi, ma che cede il passo, dopo la passione più incontrollata, al sentimento umano della compassione e del dono.

Io sono l’a-more è il romanzo che capovolge il tavolo, che cambia la direzione di ogni visione, che sconvolge le coscienze, che spappola la carne e irrora le arterie del cuore; è la traduzione di ogni sentimento umano perché lo sviscera e lo scompone per arrivare poi all’unica, possibile conclusione: solo l’amore salva.