Una “Plant Memoriae” nel cuore del cimitero di Nardò

I neretini che in questi giorni a cavallo del 2 novembre, la giornata dedicata alla commemorazione dei defunti, andranno a trovare i propri cari al cimitero comunale, saranno accolti da un ingresso più ordinato e decoroso. È stata completata da poco, infatti, la minuziosa opera di manutenzione dei tre cancelli principali dell’entrata di via Cimitero, affidati alle sapienti mani di Daniele Dell’angelo Custode, artigiano e scultore dell’acciaio che ha riportato a nuova vita gli storici manufatti, ormai corrosi e instabili. In particolare, è stata effettuata una zincatura e una verniciatura, oltre al recupero dei fregi, restituiti alle colorazioni originarie (verde per le edere e rosso porpora per le stole).

Ma la vera novità è la realizzazione, sempre da parte di Daniele Dell’Angelo Custode, di una splendida croce in corten e acciaio, collocata nel cuore del cimitero in sostituzione della vecchia croce in ferro, quasi completamente arrugginita e pericolosa. “Plant Memoriae” (Pianta della Memoria), questo il nome dell’opera, indica un organismo vivo che genera la memoria di coloro che riposano nel cimitero, una memoria viva che si fa presenza e che è indicata dalla croce in acciaio che dona luce all’opera e parla di “oltre”. La croce ha un significato sia per la coscienza laica (un’esperienza di ingiustizia e di martirio subito per aver destabilizzato le coscienze e l’ordine costituito) che per quella cristiana (la croce non dice morte ma dice vita, amore, perché insegna a non chiederci “perché” morire, ma “per chi” vivere). “L’opera – scrive don Giuseppe Oriba Venneri, direttore della Caritas Diocesana di Nardò-Gallipoli – è un albero esploso verso coloro che entrano nel cimitero. Accoglie tutti senza giudizio, senza remore. È un albero in cui si innestano tutte le vite di coloro che riposano in quel luogo e come rami traggono un nutrimento che sa di eternità e i cui frutti non sta a noi gustare”.

Infine, il basamento che ospitava la vecchia croce è stato completamente ristrutturato dalla società cooperativa Agm di Andrea e Giovanni Maceri che gratuitamente hanno offerto la propria opera riqualificando la superficie con un piano di travertino che ora ospita “Plant Memoriae”. Gli stessi artigiani hanno riqualificato anche la statua della pietà in cemento, collocata nei pressi, opera di Antonio Grasso, resa quasi irriconoscibile dai segni del tempo.