Ragazzo morto a 16 anni: nell’incidente non ebbe via di fuga

E’ quanto ha stabilito il Tribunale Penale di Lecce, Sezione Penale, nella persona del GUP Dott. Edorado DAmbrosio nelle motivazioni della sentenza pubblicate nei giorni scorsi.
Stando alla dinamica ricostruita dal Tribunale, Raganato Emanuele, il ragazzo 16enne rimasto vittima del sinistro stradale avvenuto la sera del 10 novembre 2016, in Copertino, percorreva a bordo del suo ciclomotore Via Vittorio Emanuele III quando in prossimità dell’intersezione con Via Alcide De Gasperi, entrava in collisione con l’autovettura condotta da A.F., che in procinto di imboccare tale ultima via non concedeva il dovuto diritto di precedenza al Raganato, costituendo per questo un ostacolo inevitabile, tanto da cagionarne la morte.
Si legge nella sentenza, il fatto che dalle risultanze processuali sia emerso che il ciclomotore sia arrivato al punto d’urto in posizione inclinata induce a ritenere che il suo conducente si era avveduto della manovra di svolta dell’auto, ma che non aveva avuto modo di evitare l’impatto; pertanto dalla dinamica dell’incidente così come in precedenza dettagliatamente ricostruita è ragionevole dedurre, anche perché non revocato in dubbio mediante specifici e contrari elementi, la repentinità della manovra della F., tale da non concedere al Raganato nessuna via di fuga.
Esprimono soddisfazione per le motivazioni del Gup, gli Avv.ti Castelluzzo e Calabro, difensori delle costituite parti civili “È stata fatta luce sul tragico episodio che ha sconvolto la comunità copertinese. Raganato purtroppo non poteva evitare l’impatto essendosi trovato dinanzi a un “muro”. Mi auguro che sia stata messa la parola fine a questa tragica vicenda”.
L’imputata era difesa dallavv. Daniele Scala, le parti civili dagli avv. Francesco Calabro e Marco Castelluzzo.