Come vestivano le ricche donne leccesi nel ‘500

All’inizio di questo secolo si cominciano a vedere i guanti, i fazzoletti e le calze, queste ultime sono fatte ” ad aco ” cioe’ a maglia. Si diffonde l’uso della pelliccia. Sempre per le donne era di rigore gonnella a vita alta, scollo ampio, maniche con attaccatura bassa, apertura sulle spalle e sulle braccia, da cui spunta la camicia. Il vestito (o soprana ) e’ ornato, foderato, in genere di stoffa pesante; stretto in vita, si allargava progressivamente sino ai piedi. Le maniche erano aperte per consentire di mostrare la sottana, che veniva indossata a mo di sottoveste. Le varianti del vestito erano la ” zimarra e la falda “, abiti piu’ modesti. Stecche in legno o in metallo sostenevano il busto di stoffa. ” Il robone ” era una veste maestosa e lunga fino a terra,, diffusa ai ceti piu’ agiati, cosi’ come le pianelle ( scarpe ricamate e intagliate). Ventagli, orecchini e collane di perle erano i monili piu’ in voga

Dalla seconda meta’ del ‘500 si usavano colori molto scuri, ma poi i colori piu’ accesi furono i piu’ ricercati.

Gianni Binucci