Il Punto sul Lecce di Pierandrea Fulgenzi: IL CUORE DEL LECCE VA OLTRE L’OSTACOLO VIOLA, AL VIA DEL MARE FINISCE 3-2, TRE PUNTI D’ORO IN UNA GARA AL CARDIOPALMA

Il commento della gara disputata ieri sera al Via del Mare non può essere scritto seguendo le logiche della mente, perché per comprendere la Vittoria del Lecce per 3-2 contro la Fiorentina occorre farsi guidare solo dal cuore.
La prima frazione di gioco vede il Lecce capace di dominare l’avversario in tutti i settori del campo, attraverso un gioco di rimessa caratterizzato da una produzione offensiva dotata di grande esplosività e velocità.
Si registrano almeno 4 occasioni da rete oltre al gol su punizione di Oudin al 17′ dopo revoca di un calcio di rigore assegnato dall’arbitro Giua, ma poi eliminato dal Var, in occasione dell’entrata fallosa di M. Quarta (solo ammonito anche se il rosso ci poteva stare vista la dinamica) su Almqvist.
Prima del gol si registra una clamorosa doppia occasione per il Lecce che all’11 prima colpiva l’incrocio dei pali con un colpo di testa di Kaba – che incornava nell’area piccola un cross arrivato dalla fascia – e, di seguito al rimbalzo del pallone sul legno, sfiorava la rete con Almqvist il cui colpo di testa veniva neutralizzato da una super parata di Terracciano.
La produzione offensiva del Lecce aumentava di livello, grazie anche all’azione di un ritrovato Krstovic, che nella prima frazione ha vinto tutti i duelli, conquistando anche molte seconde palle. La dinamica del vantaggio di Oudin nasce da una manovra sviluppata proprio da Krstovic che prendendo palla dalle retrovie, dopo averla protetta, innescava Almqvist in velocità, lasciandolo davanti alla porta di Terracciano, nell’episodio decisivo per la punizione trasformata, poi, dal francesce.
Lo stesso Krstovic al 27′ agganciava un passaggio in area, lasciando partire il tiro verso la porta scalfendo il palo (secondo legno del match).
Poi, improvvisamente, come a Genova la settimana scorsa, il motore mentale del Lecce si spegneva. Nel secondo tempo, quella stessa squadra che aveva dominato ogni settore del campo, non facendo iscrivere i viola nella storia del match, cominciava concedere campo all’avversario, nel frattempo rivoluzionato dell’allenatore (Italiano) che, tra primo e secondo tempo, metteva tre punte, facendo esordire il neo acquisto di gennaio, Belotti.
Al 50′ proprio uno dei nuovi entrati dei viola, Mandragora, alla prima vera occasione, con un diagonale incrociato da fuori area metteva a segno il gol del pareggio. Il pubblico sugli spalti cominciava a rivedere fantasmi, perché l’euforia cedeva il passo al timore, quasi in osmosi con la squadra che dopo il gol del pari crollava mentalmente. A dimostrazione di ciò un episodio emblematico: Banda al 64′ riusciva ad ingannare – grazie ad un rimpallo favorevole – la stretta marcatura e si involava verso la porta e tuttavia non riusciva a segnare complice da un lato una conclusione troppo schiacciata e dall’altro un intervento di Terracciano bravo a non farsi ipnotizzare dal giocatore zambiano. Nemmeno il tempo di poter “imprecare” per una occasione così nitida che al 67′ si consumava una tragedia sportiva. Sull’ennesima costruzione dal basso posta in essere dalla difesa giallorossa, Falcone, in area piccola, sbagliava il disimpegno e passava la palla a Beltran che sfruttava il rimpallo della sfera sulle proprie gambe per infilare da circa 3 metri il pallone in porta: 1-2 Fiorentina.
Calava il gelo sugli spalti. Da questo momento in poi sfiducia, sconforto e soprattutto amarezza cominciavano a serpeggiare tra gli astanti. Tra il 68′ ed il 78′ nel nulla assoluto di una gara che si stava trascinando verso una sconfitta, entravano nell’ordine Piccoli; Gonzalez; Dorgu e Sansone. La gente cominciava ad abbandonare lo stadio. Ma il calcio è uno sport strano.
Concessi 4′ di recupero il Lecce al 90′ guadagnava una punizione sulla trequarti viola. La palla arriva in area e viene colpita da Nzola che tuttavia non riusciva a spazzare di testa; la sfera quindi cadeva nei pressi di Belotti, che non essendo abituato a difendere si lasciava scavalcare da Piccoli che incocciando di testa con precisione insaccava alla sinistra di Terracciano: 2-2

Pubblico in delirio, pareggio insperato raggiunto. Ma nel marasma generale, dopo la ripartenza, la Fiorentina tenatava la ribalta, ma subito dopo la ripresa del gioco dal gol del pareggio salentino perdeva palla a centrocampo. Sansone recuperva la sfera, palla a destra, cross che arriva tra i piedi di Krstovic, tiro teso, parata miracolosa di Terracciano, palla arriva a Dorgu, tiro incrociato da sinistra a destra….gol.
Il Lecce vince 3-2 nel delirio di una folla che ha visto in tutto questo la rescissione di una maledizione che sembrava attanagliare i cuori e le speranze di un popolo, quello giallorosso, che non meritava di la tristezza di una sconfitta immeritata.
Il Lecce ha vinto grazie al cuore; grazie ai cambi coraggiosi di D’Aversa; ma anche grazie alla fortuna, che questa volta, nella sua imparziale cecità è sta benevola con la squadra giallorossa.
Si spera, che nelle prossime uscite, la precisione sotto porta aumenti e che non si debba sempre compiere miracoli sportivi per potera a casa 3 punti.
Il mercato di gennaio non ha portato nuovi innesti; tuttavia, la squadra vista ieri dimostra di essere viva, sebbene subisca blackout mentali che solo nel segreto dello spogliatoio devono essere risolti. Con questi uomini ci si dovrà salvare ed il Via del Mare deve diventare un fortino inespugnabile.