Il Punto sul Lecce di Pierandrea Fulgenzi: IL LECCE DURA UN TEMPO, POI LA JUVENTUS SALE IN CATTEDRA ED ESPUGNA IL VIA DEL MARE. FINISCE 0-3 NONOSTANTE UNA PRESTAZIONE COMBATTIVA.

La Juventus espugna il Via Del Mare con un 3-0 che, però, merita di essere spiegato, in quanto maturato solo negli ultimi 30 min di match.
Per un’ora, fino al 59′ della ripresa, quando Vlahovic confezionava una giocata da campione, il Lecce si era ben disimpegnato, rintuzzando in ogni duello in mezzo al campo. Poi le individualità bianconere hanno prevalso.
Nel primo tempo le squadre si sono studiate ed hanno avuto poche occasioni, tanto il Lecce quanto la Juventus hanno condotto una gara di contrasti. Le reti bianche era esito scontato di una frazione in cui poco estro e tanta fisicità hanno caratterizzato la partita; si possono ricordare l’occasione iniziale di Vlahovic all’esordio del match ed un tentativo di tiro a giro di Krstovic che calcia in caduta ed allarga troppo il tiro che si spegne fuori dallo specchio.
Nella seconda frazione, la svolta di Allegri che, contrariamente al suo solito, anticipata il cambio e al 57′ toglie Miretti per Weah, dando più respiro alla manovra e mutando il centrocampo fino a quel momento bloccato (causa assenza pesanti di Rabiot e Chiesa).
Al 59′ Dusan Vlahovic raccoglie un centro di Cambiaso, tiro al volo che sbatte a terra si impenna e si insacca in diagonale alla destra di Falcone del tutto impossibilitato all’intervento da una traiettoria infida. Questo episodio cambia inerzia della gara, perché da quel momento il Lecce non si vedrà più negli ultimi trenta metri e la Juve si limiterà a gestire e ad incrementare il vantaggio approfittando di meglie giallorosse sfilacciate nel tentativo di mantenere alto il baricentro. Al 68′ Vlahovic raddoppia ed all’85’ Bremer chiude i conti.
Negli ultimi 20 minuti il Lecce ha tentato di rimetterla in piedi, a livello tattico si è assistito ad una rivoluzione del tridente offensivo, con ingresso nel nuovo arrivo dal mercato di gennaio, il francese Pierotti (non era questa gara adatta per conoscere le sue doti di esterno offensivo) le mosse di D’Aversa si sono infrante contro la convinzione e la fiducia del comparto difensivo juventino.
Tuttavia, non si può dire che l’undici giallorosso abbia giocato in modo timido, anzi, tutta la compagine ha dato il massimo, ma anche questa volta ad una buona gara non corrispondono punti (si può osservare un copione simile rispetto alle gare di Roma con la Lazio e Bergamo contro l’Atalanta).
Il Lecce ha smesso di tirare in porta. Il mancato ingresso di Strefezza (il Capitano) forse è indice che qualcosa non va nello spogliatoio, a causa di voci di mercato attorno al brasiliano e, di certo, non averlo schierato in una partita così importante è indice di un certo attrito (si spera di essere smentiti sul punto).
In conclusione si può dire che non sono queste le gare da cui passa la salvezza. Certo è che il Lecce è chiamato ad una vera e propria impresa, perché il calendario è complicato e pieno di insidie. Vero è che tutte le gare vanno giocate e che non si parte mai sconfitti, ma a questo auspicio si deve accompagnare un risveglio del reparto offensivo, senza il cui apporto è difficile vincere le partite.
Adesso testa al Genoa. Altra trasferta complicata.