“Il processo di Norimberga. Orrori ed errori nel processo più importante del XX secolo” è l’ultima fatica letteraria di Roberto Fatano Cardone

Pubblicato nei giorni scorsi per i tipi di Pensa MultiMedia Editore, nella Collana Translazioni, “Il processo di Norimberga. Orrori ed errori nel processo più importante del XX secolo” è l’ultima fatica letteraria di Roberto Fatano Cardone.

L’autore ripropone e tratta un tema importante e scottante che ha profondamente segnato i nostri tempi, promuovendo nuove valutazioni tese a un migliore approfondimento. La storia del mondo contemporaneo ha registrato guerre di aggressione, genocidi, segregazioni razziali, politiche eugenetiche, e crimini comuni compiuti in guerra. Si può affermare che siano stati spesso puniti con un concetto di doppia morale? In che misura la Corte che giudicò i criminali nazisti nel 1945 era legittimata a farlo? E fu un processo giusto, oppure fu un processo politico? L’autore ricorda che gli Stati Uniti d’America e la IBM, nota azienda americana, non si limitarono a vendere le proprie tecnologie ai nazisti, ma stabilirono pure una vera e propria alleanza strategica tra la controllata DEHOMAG e il Terzo Reich per la fornitura e manutenzione di macchine finalizzate al progetto della “Soluzione Finale” e la gestione dei campi di concentramento. Questo evento, ben conosciuto e assodato, può considerarsi una complicità morale, etica e giuridica? Fatano, nella sua interessante e avvincente ricerca, da attento e raffinato studioso quale egli è, anche se nella vita è soprattutto un imprenditore di successo, oltre che un infaticabile e solerte divulgatore culturale, col suo stile semplice, chiaro, ma assai incisivo, ricostruisce e cerca di chiarire nei particolari una pagina di storia tremenda e controversa , offrendoci diversi spunti di riflessione e aggiungendo, comunque, un contributo importante alla già enorme bibliografia sull’argomento. Da segnalare infine una vera chicca che Fatano ha voluto donare al lettori e, cioè, la pubblicazione in appendice di uno scritto importante, considerevole e significativo di uno dei migliori figli del Salento, Giuseppe Codacci-Pisanelli, il quale al processo di Norimberga fu osservatore per l’Italia.

Concludendo, si può affermare che uno dei pregi e dei punti di forza della ricerca di Fatano è sicuramente anche l’aver avuto l’intuizione di volerla inquadrare e contestualizzare indagando con grande acume il comune sentire della civiltà del tempo. Sia quando i crimini furono commessi, ma soprattutto quando, già dalla fine dell’ottocento, maturarono nelle comunità mondiali nuove suggestioni frutto del diffondersi di alcune dottrine politiche, sociali e filosofiche.

Giustamente Fatano ha ricordato nel suo libro un’antica locuzione latina di Aulo Gellio, scrittore e giurista romano : “Veritas filia temporis”, ossia, con il tempo la verità finisce sempre per emergere…

Karol Pankiewicz