Melpignano: contributi fino a 2mila euro per il recupero di cisterne o acquisto di serbatoi

Come riporta sul proprio sito l’Acquedotto Pugliese, circa il 30 per cento degli italiani non farebbe nulla, all’interno della propria abitazione, per contenere gli sprechi d’acqua. Stando ai dati riportati dall’ente gestore della distribuzione idrica, solo il 13 per cento invece si impegnerebbe in forme di risparmio e di tutela di quello che è il bene comune per eccellenza: l’acqua.

Il Comune di Melpignano, nei mesi scorsi, si era già reso protagonista di un progetto rivoluzionario e sperimentale sulla “comunità energetica rinnovabile”: orientato all’installazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici del borgo, coinvolgendo anche la parrocchia e i privati. Un impegno concreto nella battaglia anti spreco e punta all’autosufficienza energetica dapprima per contenere i danni climatici, poi anche visti i recenti scenari di politica internazionale.

Ora invece affronta un altro nodo: quello dell’acqua pubblica. Un passo decisivo in un territorio, quello salentino, già messo a dura prova da problemi idrogeologici legati anche alla progressiva salinizzazione della falda, che costituisce una concreta minaccia di desertificazione del Tacco.

Una delibera di giunta stabilisce infatti il sostegno dell’amministrazione comunale a cittadine e cittadini che intendano recuperare, acquistare e installare i serbatoi di accumulo di acqua piovana su appezzamenti o abitazioni del luogo. Contributi anche a coloro che vogliano ripristinare il funzionamento o realizzare ex novo delle cisterne in pietra per gestire in maniera sostenibile i propri orti, o utilizzare l’acqua piovana per una doccia, o per il funzionamento degli elettrodomestici, per esempio.

Basterà inoltrare la domanda al Comune per richiedere il contributo dell’ente. Nello specifico, per l’acquisto e posa di serbatoi di accumulo di acqua piovana da utilizzare per l’irrigazione o per uso domestico non potabile, si potranno ottenere dai 200 fino ai 550 euro, in base alla portata: il minimo è di dieci quintali. Sono inoltre previsti dei contributi di mille euro per il ripristino del funzionamento di una cisterna in pietra e fino a 2mila euro per la realizzazione di una completamente nuova.

Nell’idea di un’amministrazione comunale sensibile alle questioni ambientali non vi è soltanto la prospettiva di uno degli obiettivi dell’Agenda 2030, che spinge gli Stati della Comunità europea alla garanzia di disponibilità dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti. L’iniziativa vuole infatti anche tutelare le cisterne già esistenti come capolavoro di ingegneria degli anni passati, omaggiando coloro che hanno “coltivato” la cura dei beni comuni.

Come avvenuto con la Comunità energetica, percorso che stiamo portando avanti convintamente, ci siamo chiesti che cosa potessimo fare come amministrazione pubblica in merito a un problema oggettivo e preoccupante per la nostra area e per il mondo intero. Le amministrazioni hanno il dovere di interrogarsi su come facilitare alcuni comportamenti e prendere posizione nell’ambito delle proprie competenze.

L’idea nasce dalla volontà di questa amministrazione di incentivare i comportamenti virtuosi in merito all’utilizzo dell’acqua, tra le risorse più importanti a disposizione e che comincia via via a scarseggiare. E favorire al contempo comportamenti volti al risparmio idrico e all’apprendimento di sistemi di recupero delle acque piovane”, dichiara la sindaca di Melpignano, Valentina Avantaggiato. “La quantità di acqua potabile erogata nel nostro caso dall’Acquedotto Pugliese e che viene utilizzata e sprecata giornalmente da ogni singola persona è elevatissima. Soltanto per lavare l’auto, si sprecano 100 litri di acqua. Non va meglio nelle ordinarie operazioni di igiene quotidiana e pulizia del corpo. Un dato che deve farci riflettere perché parliamo, appunto, di acqua potabile che oggi richiede un più equo ed efficiente utilizzo. Nel nostro territorio – ad alto rischio di desertificazione – le cisterne sono state da sempre uno strumento per il recupero delle acque piovane. Ripartendo dalla osservazione e conoscenza delle peculiarità architettoniche, abbiamo deciso di incentivare nuovi approcci e insieme un recupero delle bellezze della nostra terra. Per questo gli incentivi più alti saranno quelli destinati al recupero delle cisterne già esistenti o all’eventuale realizzazione nelle nuove costruzioni”, conclude.