Con Novoli: “Bonus Bebè, piccola una tantum in povera prospettiva”

Avete appena avuto (o adottato) un figlio? L’amministrazione comunale di Novoli  “vi regala” 300 euro. A tanto ammonta il “bonus bebè”. 

L’iniziativa è comunale e i fondi vengono attinti dal bilancio pubblico senza un’adeguata – anzi, di fatto pressoché senza – selezione. Noi siamo del parere che offrire servizi sia più utile che dare 300 euro e poi abbandonare le mamme alle loro difficoltà. A sostegno del welfare delle famiglie si possono adottare  varie misure, ad esempio:

  • attivare un fondo in favore delle famiglie per l’abbattimento delle rette per l’accesso ai servizi della prima infanzia;
  • un fondo per il contenimento del costo delle rette degli asili nido;
  • un fondo che sostiene i progetti dell’associazionismo familiare.      

Per contrastare il disagio economico bisogna progettare  per rinforzare il sistema sociale con misure continuative, non saltuarie, a sostegno delle famiglie e portando avanti la logica del welfare generativo, un modello capace di generare risorse.

Questa amministrazione  non ha nessuna idea di come poter sviluppare e innovare le politiche sociali. Il “Bonus Bebè” non è una progettazione di servizi e non risolve la problematica della poca natalità. È solo propaganda di una campagna elettorale permanente. Quale strategia si voglia portare avanti con i servizi sociali ed educativi non è ancora chiaro, andando anche oltre a questa misura che riteniamo abbia un’efficacia molto limitata. 

Questa iniziativa è stata annunciata come un “piccolo incentivo” alla natalità per tutte le famiglie che sono in dolce attesa a partire dal 1 gennaio 2022 , e residenti a Novoli, senza nessuna limitazione sul reddito o  tramite tetti ISEE. La domanda che ci poniamo è: la natalità va riconosciuta come valore in sé o è più giusto prevedere soglie di reddito per accedere alle agevolazioni? Il  provvedimento forse meritava maggior  attenzione e condivisione. L’iniziativa, è nata in un momento in cui il nostro Paese è ai minimi storici di natalità, dare un segnale di sostegno senza vincoli: una premialità a quei genitori che hanno deciso nonostante le difficoltà di investire nella famiglia.   Ma è giusta la scelta di non introdurre tetti reddituali? Crediamo che manchi il senso di equità della manovra oltre alla prospettiva. Così senza un tetto Isee o un limite di reddito, una famiglia benestante può percepire il contributo. Crediamo sia più equo porre un limite di reddito, il plafond si può concentrare sulle famiglie davvero bisognose dando loro qualcosa in più di 300 euro. Così i soldi dei contribuenti, compresi quelli con redditi bassi, finiranno anche a chi ha redditi alti: non è un’operazione etica e viola il principio costituzionale della progressività, e approfondendo la questione rimaniamo sempre più perplessi davanti all’iniziativa, in quanto si tratta di una singola proposta di una piccola tantum che risulta povera in prospettiva. Quale strategia si ha per questi servizi? Che attenzione bisogna dare alle fasce più deboli? Fino a che punto solamente il Comune può farsi carico con le sue politiche di risolvere il problema della bassa natalità nella nostra città visto che il tema è complesso anche a livello nazionale? Non capiamo quale sia la visione delle politiche a sostegno dei nuclei familiari. Noi siamo fermamente convinti che si portino avanti rispondendo ai bisogni dei cittadini progettando servizi e sistemi integrati che vadano incontro alle loro esigenze partendo dai consultori al servizio nidi, dalle iniziative culturali alle strutture ludiche. Ancora una volta costatiamo come questa amministrazione  non sia in grado di dare una visione globale su Novoli, ma si giustificano con piccole soluzioni propagandistiche che appaiono più come promesse elettorali.