Si lavora in mare aperto attorno al relitto della Euroferry Olympia al fine di cercare superstiti e anche per scongiurare il rischio di inquinamento e per spegnere gli ultimi focolai sul traghetto andato a fuoco venerdì notte tra la Grecia e l’Italia, poche miglia a nord dell’isola di Corfù.
Col trascorrere delle ore, purtroppo, si riducono le speranze di trovare in vita i passeggeri che ancora mancano all’appello.
Sono 12 le persone che erano tra le 290 censite nelle liste di imbarco, ma che non sono tra quelle salvate dal rogo della nave.
I superstiti, inclusi gli italiani, sono ancora tutti a Corfù dove sono stati portati dai soccorritori. L’allerta nella zona dell’incidente resta alta: il traghetto della Grimaldi Lines che era partito giovedì sera da Igoumenitsa diretto a Brindisi è circondato dai rimorchiatori ma resta alla deriva e si teme che possa affondare. Nei serbatoi della Olympia risultano esserci almeno 800 metri cubi di carburante e 23 tonnellate di merci pericolose. L’allarme sul rischio di inquinamento è arrivato dalla guardia costiera italiana che ha notato uno sversamento in mare.