21 e 22 luglio per Spazi Culturali Luoghi da Favola della Cooperativa Espera, Le Voci del Vento e Pizzicandu lu mandulini te lu core

Proseguono gli appuntamenti di Spazi Culturali, la rassegna letteraria organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Gallipoli

Il primo mercoledì 21 luglio, alle ore 20 sarà con “Luoghi da favola. Storie, leggende e cunti del Salento”, una raccolta di leggende, favole e racconti della tradizione orale, con il ricco, fantasioso e “magico” carico dei loro protagonisti, tutti legati a particolari luoghi del Salento.

Curato dalla redazione della cooperativa Espera, società editrice della rivista quiSalentopiù̀ che un libro si tratta di una guida, uno scrigno prezioso che contiene e custodisce un patrimonio immateriale dal valore inestimabile, che ha anche il potere di svelarlo, tornando sui luoghi dove racconti, tradizioni e credenze popolari sono ambientati e hanno preso vita. Un modo per riscoprire in maniera inedita il territorio e un invito a preservarlo e prendersene cura.

“Luoghi da favola” raccoglie 60 favole della tradizione salentina che identificano gli abitanti dell’estremo lembo del tacco d’Italia, racchiuse in cinque capitoli“Mamma li Turchi”, “Di principesse e amori infelici”, “Di tesori e acchiature”, “Tra diavoli e santi” e “Di fate, streghe, orchi, spiriti e folletti”. Le storie raccolte hanno una matrice sia reale che meravigliosa, sia sacra che profana, sia tragica che beffarda. Sono spesso crudeli e cruente, ma non mancano mai gli insegnamenti. Non appartengono a un singolo ma a tutti e, passando di bocca in bocca, mutando, arricchendosi, declinandosi in modi sempre più fantasiosi, nel corso del tempo hanno dato senso all’incomprensibile, indicato modelli da seguire, rischiarato avvenimenti storici o naturali. 

Il libro è impreziosito dalle illustrazioni di Pietro Galeoto, artista, grafico e illustratore tarantino, collaboratore storico di quiSalento. Durante l’incontro, moderato da Gianluca Palma, non mancheranno le letture teatralizzate a cura della cooperativa 29nove.

Giovedì 22 luglio protagonista della serata sarà invece la poesia. A partire dalle ore 20 il giornalista Giuseppe Albahari e il professore Carlo Alberto Augieri dialogheranno su due opere di prestigiosi gallipolini. Il primo a cura di Anna Grazia Abbate è incentrato sui lavori della poetessa gallipolina Sofia Stevens.  Scrive l’autrice: “Mi colpisce della Stevens ciò che accade nello stile verbale delle sue poetiche analogie proporzionali, in cui l’indeterminazione, che sovrasta nei tre termini della relazione si connota nel quarto in modo determinato, di una determinazione non solo cronotopicamente biografica, ma addirittura geo-biografica, con l’effetto espressivo che nulla si chiude in se stesso, ma ogni cosa si apre in modo empatico tra il tempo del vivere ed il luogo dove il tempo si vive. Ne consegue che la forma dell’immagine poetica non è mai isolata nel determinato senso distinto, ma è unità di due diversi contigui che riempiono lo sfondo di tempo-spazio entro un rilievo di vita e natura, aperto a sua volta nella trasparenza di animo e di natìo, rapporto a sua volta presupponente altra apertura, che chiamerei di indeterminazione contigua, non potendo coincidere l’animo con il natio, semmai con l’origine.

Con il libro dedicato alla Stevens anche PIZZACANDU LU MANDULINU TE LU CORE dell’associazione “Amici di Don Pippi Leopizzi” con le poesie da Don Giuseppe “Pippi” Leopizzi, venuto a mancare nell’aprile del 2016. Scrive di lui Giuseppe Albahari: “La sua scrittura annotava parole, versi e melodie con la velocità di chi teme di perdere l’attimo fuggente dell’ispirazione, con la calligrafia minuta che cercava lo spazio vuoto della pagina e lo inseguiva sui bordi fino quasi a sorprendersi, quando scopriva che il foglio era finito prima che il pensiero fosse compiuto, e costringeva a risalire i sentieri di carta”.

Aggiunge Augieri: “Poesia di malinconia salubre, questa di don Giuseppe: si tratta di una saggia malinconia poetica, basilare per far subentrare il disincanto come ecologia emozionale dell’onesto, critico sentire. Che è messa a nudo di ogni maschera, anche di quella abbronzante, con cui si fa finta di non vestire illusoriamente i corpi, pretendendo un’abbronzatura sempre più integra, fino a coprire di maschera i corpi ancora più nudi”

Moderano l’incontro Carlo Alberto Augieri e Giuseppe Albahari, autori di scritti introduttivi ai due volumi