Provincia e Fondazione Sylva insieme per rimboschire aree inutilizzate di proprietà dell’Ente. Primo intervento di dieci ettari a Minervino

Il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva e il presidente di Fondazione Sylva Luigi de Vecchi, hanno siglato nella giornata di ieri il Protocollo di Intesa “Progetto di recupero e rimboschimento delle aree inutilizzate della Provincia di Lecce”, che si propone di contribuire all’incremento della superficie boschiva presente sul territorio salentino e di avviare alla rinaturalizzazione sia terreni attualmente non utilizzati, che oliveti distrutti dalla Xylella.

Presenti all’incontro anche Andrea Romano, capo di gabinetto e Angelo Caretto segretario generale della Provincia di Lecce, i vice presidenti della Fondazione Sylva Francesco Marra e Gustavo Caputo, la direttrice generale Anna Piccinni, il socio fondatore e regista Edoardo Winspeare.

In particolare, il progetto si propone di recuperare ed avviare alla rinaturalizzazione una serie di aree attualmente non utilizzate di proprietà provinciale, attraverso la realizzazione di nuovi boschi ed aree a verde, realizzati mediante la messa a dimora di alberi e piante di specie autoctone della macchia mediterranea.

E’ stato già individuato un terreno di circa 10 ettari presso Minervino di Lecce, dove Fondazione Sylva provvederà alla messa a dimora di circa 10mila alberi e arbusti di specie appartenenti alla flora locale, e alla loro cura e manutenzione per 5 anni. Questo primo progetto potrà essere un modello da replicare su altri terreni inutilizzati e su oliveti oramai morti, per poter espandere l’azione di rimboschimento e rinaturalizzazione su tante altre aree del Salento.

“Occorre prendere coscienza di un flusso mondiale che va verso una direzione ben precisa”, ha esordito il presidente Stefano Minerva. “Ognuno viene su questa terra per lasciare un segno e noi abbiamo una grande possibilità, quella di lasciare a chi viene dopo di noi un segnale del nostro agire. Bisogna ascoltare i giovani, che sono il futuro, bisogna riuscire a capire quali sono i loro sentimenti e le loro sensazioni, che spesso rimangono soltanto voci nel deserto o discorsi da campagna elettorale. I ragazzi oggi ci dicono una cosa molto chiara: il movimento di Greta ha smosso a livello mondiale le coscienze di una generazione, che un tempo protestava per i diritti degli studenti o per un po’ di libertà in più. Oggi gli studenti sono scesi in piazza in tutto il mondo per dirci che è necessario ricostruire un rapporto viscerale tra uomo e ambiente”.

“Per poterlo fare abbiamo bisogno di spazi verdi, abbiamo bisogno di polmoni che restituiscano ossigeno al nostro territorio, ma che diano anche la possibilità all’uomo di vivere in simbiosi con la terra in cui vive. E questo è per noi un percorso importante, questa è per noi una firma che significa tutto ciò”, ha concluso Minerva.

Il presidente della presidente di Fondazione Sylva Luigi de Vecchi ha dichiarato: “Siamo felici di poter iniziare concretamente da oggi a lavorare sul nostro primo progetto di rigenerazione paesaggistica post xylella. Rinascerà in questo luogo un nuovo ecosistema popolato da specie appartenenti alla flora locale come lecci, corbezzoli, mirti, lentischi, che produrrà importanti benefici per il territorio”.

Come è riportato nel Protocollo, il territorio della provincia di Lecce ha un’estensione di 276.172 ettari (dati della Carta di Uso del suolo della Regione Puglia – Rev. Anno 2011) e presenta una dotazione di superfici destinate a bosco e macchia complessivamente pari a 9.713 ettari, corrispondente ad appena il 3,52 % della superficie totale; questa percentuale di superfici boscate raggiunge l’8,71 % considerando anche le aree classificate come “aree a pascolo naturale e praterie”, “cespuglieti e arbusteti” e “aree di ricolonizzazione”.

Inoltre, a fronte di una superficie destinata ad insediamenti residenziali e produttivi pari a circa il 14 % della superficie territoriale provinciale, sono presenti aree verdi urbanizzate pari ad appena lo 0,53 % della stessa superficie territoriale; l’ultimo report disponibile degli Inventari Nazionali delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio elaborati dal Corpo Forestale dello Stato per conto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (riferito al secondo inventario realizzato nell’anno 2005), risulta che la percentuale della superficie amministrativa della provincia di Lecce destinata a “Bosco” è pari al 1,57 %, mentre quella con destinazione “Altre aree boscate” è pari allo 0,43 % per un totale del 2%.

Per raggiungere il dato medio di percentuale della superficie boscata della Regione Puglia, nella provincia di Lecce occorrerebbe aumentare la dotazione di aree a bosco e macchia di 15mila ettari circa.

Inoltre, negli ultimi anni il paesaggio salentino ha subito due ulteriori gravi fenomeni, che hanno contribuito alla riduzione di habitat per le specie animali, cioè una forte riduzione di superfici alberate provocata dalla diffusione della patologia indotta dal batterio della Xylella fastidiosa registrata principalmente sugli alberi di ulivo, e un crescente aumento del consumo del suolo agricolo per pratiche edilizie di installazione di impianti di energia rinnovabile.

Alla luce di questo quadro, la Provincia di Lecce, nell’ambito del proprio mandato istituzionale, intende perciò porre in atto una serie di iniziative finalizzate all’attuazione di un progetto strategico di espansione della naturalità del territorio di propria competenza, con il duplice obiettivo di incrementare la dotazione di superfici boscate o a macchia mediterranea del Salento, e promuovere la biodiversità agro-ecologica.

La Provincia di Lecce sta mettendo in campo le azioni e gli strumenti possibili per qualificare il paesaggio, rafforzare la macchia mediterranea, utilizzare elementi identitari tipici del paesaggio salentino, creando veri e propri polmoni verdi da replicare in tutta l’area geografica per favorire il benessere dei cittadini, lo sviluppo di percorsi turistici e di aree da destinare a percorsi della salute.

In questo contesto, la Fondazione Sylva, avvalendosi anche di contributi pubblici o privati, ha promosso la propria candidatura per la realizzazione di progetti di rimboschimento volti a rigenerare il paesaggio distrutto dalla Xylella, così da contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra, generare crediti di carbonio registrabili, fronteggiare l’avanzare della desertificazione oltre, naturalmente, a conservare la biodiversità.