Insegnante leccese in rianimazione dopo vaccino AstraZeneca

Clara Occhinegro è una maestra leccese di 46 anni di una scuola elementare del capoluogo salentino. Il 25 febbraio si è sottoposta al vaccino AstraZeneca e dopo 12 giorni è stata ricoverata e ora racconta la sua esperienza dal letto dell’ospedale.

A Repubblica l’insegnante ha dichiarato: “Sono ricoverata in Rianimazione, non riesco a camminare. Mi sento come paralizzata”.
“Ho saputo che  mi hanno somministrato una dose del lotto poi ritirato”. Dopo i primi sintomi. Inizialmente Clara ha avvertito i classici sintomi: mal di testa, spossatezza e un po’ di febbre. Una situazione comune a tanti. Dopo dodici giorni dalla somministrazione del vaccino, però, l’insegnante ha iniziato ad accusare dolori sempre più forti alle gambe estesi su tutto il corpo.

Questo il racconto dei dolori successivi: “Avvertivo dei crampi e una sensazione di torpore e di formicolio che non riuscivo a spiegarmi. Poi, per tre giorni, sentivo come se le gambe prendessero fuoco. Una sensazione bruttissima – spiega l’insegnante – perché nessuna posizione mi dava sollievo. Né di lato e neppure sdraiata. In pratica non riuscivo a stare in piedi”.

Quando è arrivata al “Vito Fazzi”, i dottori hanno subito sospettato che potesse essersi scatenata la sindrome di Guillain- Barré, una reazione immunitaria causata spesso proprio dalla somministrazione del vaccino.

I tempi di guarigione si prospettano lunghi e l’insegnante ha dovuto lasciare a casa i suoi due bambini. Clara non si è pentita, però, del vaccino: “Mi sono affidata alle istituzioni per senso civico – afferma – e spero vivamente che ciò che è accaduto a me non succeda mai più a nessuno”.

Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, oggi scrive: “Ringrazio da cittadino e sindaco questa donna, docente, madre che – nonostante un ricovero d’urgenza che la costringe da giorni a letto con spossatezza e dolori- esprime fiducia nella medicina e ricorda il dovere di sottoporsi al vaccino a tutela della salute collettiva. Chiede, giustamente, che sia fatta chiarezza per risalire alle ragioni di questa sindrome e capire se rispetto alla somministrazione c’è un nesso di causa o solo di tempo. Per evitare che possa succedere ad altri. In un momento delicato come quello che stiamo vivendo leggere questi pensieri sono di insegnamento. Non a casa Clara Occhinegro è una stimata docente scolastica. Grazie”.