Antonio Quarta: “L’Italia sta perdendo l’anima e il piccolo commercio non ce la fa più”

Il patron di Quarta Caffè, Antonio Quarta, non si tira indietro quando si tratta di parlare chiaro e, al Nuovo Quotidiano di Puglia, lamenta l’assenza di reazione delle associazioni di categoria dinanzi alla situazione attuale pugliese. La regione, infatti, è una delle poche zone in Italia ad essere rimasta arancione con bar, pizzerie e ristoranti aperti solo per l’asporto e fino alle 18. Un fatto, questo, che crea problemi a diverse categorie. “Una situazione di fermo intollerabile – l’ha definita l’imprenditore – che dovrebbe conoscere lo sdegno e la protesta delle associazioni di categoria e l’impegno della Regione”.

“Gli operatori del settore HoReCa (Hotel, Ristoranti e Caffè) vengono ancora una volta trattati come il capro espiatorio della situazione, la categoria che tutti i governi utilizzano come misuratori della loro efficienza. C’è il Covid? Chiudiamo i bar e i ristoranti. Quando mai si sono registrati focolai della pandemia in uno di questi?”, chiede il patron di Quarta Caffè, l’espresso più amato di Puglia.

Quarta, in particolare, si rivolge alle associazione di categoria che non hanno avuto una reazione congrua: “Non c’è reazione, non c’è spina dorsale – ha aggiunto – Avete mai visto un rappresentante di categoria in piazza o in Prefettura a contestare questa situazione? A questo aggiungo la Regione: è normale che i magazzini degli ospedali siano sprovvisti dei dispositivi di protezione per medici e paramedici? Se una cosa del genere succedesse in un’azienda privata, i responsabili del disservizio sarebbe licenziati. Nel pubblico no”.

Il tutto ricade sulle piccole e medie imprese: “L’Italia sta perdendo l’anima: prima i centri commerciali, poi il commercio online, ed ecco che tutte le nostre piccole imprese non ce la fanno più. Perché non si riesce ad intervenire fiscalmente in maniera pesante sui colossi online e si lascia invece chiudere dopo 87 anni la storica ferramenta di Milano? Il piccolo commercio non ce la fa più ad affrontare la concorrenza sleale, e le associazioni di categoria dovrebbero fare le barricate su questo”.