“Questo non è un poster”: Casa per la Vita Artemide lancia la nuova campagna di sensibilizzazione

Questo non è un poster” è il titolo scelto dalla Casa per la Vita “Artemide” di Racale per lanciare la propria Campagna di sensibilizzazione contro il pregiudizio sul disagio mentale al fine di favorire l’inclusione sociale delle persone affette da disturbi “della mente”.

Su ogni manifesto affisso per le vie principali di Racale, a partire dal 10 ottobre – data in cui si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mondiale – vi è un autoritratto eseguito dagli ospiti della struttura residenziale, che, nata solo quattro anni fa, ha all’attivo diversi progetti artistici e culturali (già oggetto di studio di due tesi di laurea) volti, da un lato, all’incontro diretto tra i residenti della struttura e artisti di varia estrazione: musicisti, cantanti, attori, pittori, illustratori, ecc.; dall’altro, a sensibilizzazione l’opinione pubblica ai temi del disagio mentale e all’inclusione sociale: proprio per questo motivo ad ogni appuntamento vengono invitate le persone a partecipare agli eventi offrendo così una possibilità di incontro, di interazione e di scambio con l’intento di combattere il pregiudizio e le false credenze di cui la società è vittima.

I manifesti – 13 per essere precisi – oltre all’autoritratto, contengono il nome della persona autoritratta, con la digitura: “Io sono…”, come a volersi presentare, e un QR-Code che, inquadrato col proprio smartphone, utilizzando un’apposita App che legge questo genere di codici, consentirà di ascoltare e vedere il video (il codice rimanda sul canale YouTube) della canzone preferita dall’ospite autoritratto.

In altre parole, “Questo non è un poster” è un manifesto “aumentato” che intende rivelare a chi lo osserva un po’ della vita di una persona: il tratto, il volto, il nome, la canzone preferita: informazioni base per una prima presentazione che si rispetti, anche se mediata da un manifesto.

L’intento dell’iniziativa – sostiene Walter Spennato, sociologo e coordinatore della struttura – “è quello di mettere in comunicazione la comunità di persone residenti nella Casa per la Vita con la comunità più ampia, quella cittadina, soggetti che da quest’ultima vogliono essere ri-conosciuti e integrati senza pregiudizi”. Si vuole pertanto perseguire la lotta allo “stigma”, parola quest’ultima attualmente usata per indicare che la diagnosi di malattia mentale e i comportamenti che la accompagnano, risvegliano nelle persone atteggiamenti negativi e di rifiuto senza che ci sia una conoscenza del problema.

Lo “stigma” che accompagna la malattia mentale, crea un circolo vizioso di alienazione e discriminazione, intesa come privazione di diritti e benefici, per la persona malata, la sua famiglia e tutto l’ambiente ad essi circostante, diventando spesso la fonte principale di un grave isolamento sociale, dell’incapacità a trovare una casa o un lavoro, di comportamenti di abuso di alcool e di sostanze, di fenomeni di emarginazione e di una protratta marginalizzazione.

Questa è una vita, dunque, non (solo) un poster, rimodulando il titolo della campagna di sensibilizzazione – promossa dalla struttura residenziale socio sanitaria – si riesce meglio a comprenderne il senso e le finalità ultime dell’originale iniziativa.

La stessa comunicazione verrà postata contemporaneamente, col nome leggermente modificato “Questo non è un post”, sul profilo Instagram ufficiale della struttura residenziale (@casaperlavita_artemide).