Raccolta differenziata, Aro Lecce 6 primo in provincia

I dati, aggiornati al 31 luglio scorso, parlano chiaro: nel 2020 l’Aro Lecce 6 ha differenziato (e avviato al recupero) una quantità di rifiuti che si attesta al 73,36%. Un dato molto confortante che risulta il migliore tra gli Aro della provincia di Lecce e uno dei migliori a livello regionale e che rende particolarmente virtuosa l’attività dei Comuni, degli operatori addetti al servizio e soprattutto degli utenti. Com’è noto, dell’Aro Lecce 6 fanno parte i comuni di Nardò (capofilia), Alezio, Aradeo, Collepasso, Galatone, Neviano, Sannicola, Seclì e Tuglie, che hanno affidato i servizi a un raggruppamento di imprese guidate da Bianco Igiene Ambientale srl (capogruppo) e di cui fanno parte anche Armando Muccio srl, Gial Plast srl e Cave Marra Ecologia srl. Tutte le cifre sono disponibili sul portale della Regione Puglia dedicato all’ambiente.

Un successo in parte “preannunciato” dal positivo avvio del nuovo servizio, che a gennaio 2019 fece registrare subito un risultato superiore al 70%. I servizi di raccolta differenziata dei rifiuti messi a disposizione degli utenti sono diversi e diversificati in base alle varie tipologie di rifiuti prodotti e vanno dal classico svuotamento di bidoncini domestici porta a porta alla raccolta domiciliare su prenotazione e ai contenitori specifici sul territorio per frazioni minori, fino ai centri comunali di raccolta, molti già avviati e alcuni in procinto di entrare in funzione. Una spinta decisiva all’impennata della raccolta differenziata è venuta dall’attivazione del servizio di raccolta del rifiuto organico che da solo è pari al 40% dei rifiuti prodotti. Grazie a questo servizio in un anno si sono sottratti alla discarica 12 mila 600 tonnellate di “umido” che, di contro, sono stati dirottati presso gli impianti di compostaggio, dove attraverso idonei processi di lavorazioni vengono riutilizzati per produrre il compost, un prezioso fertilizzante da usare in agricoltura. Particolare attenzione è posta, inoltre, anche alla riduzione della produzione dei rifiuti considerato che nelle zone extraurbane dei comuni è obbligatorio l’uso della compostiera domestica, una pratica che ha il duplice vantaggio di autoprodurre compost fertilizzante e di ridurre l’immissione di rifiuti dal circuito di raccolta. Anche in questo ambito i risultati non si sono fatti attendere: nel 2019, primo anno di servizio, nei nove comuni si è registrata una riduzione dei rifiuti complessivamente prodotti di ben 4 mila 670 tonnellate. In sostanza è come se un Comune di 11 mila abitanti non avesse prodotto rifiuti per un intero anno.

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La criticità resta l’abbandono, spia di una sacca di ignoranza e inciviltà che è dura a ridursi. Il Comune continuerà con una intensa attività repressiva e con un nuovo “innesto” di fototrappole per raggiungere porzioni sempre più ampie di territorio. Ma l’antidoto vero contro gli sporcaccioni è di tipo “culturale”: serve insegnare ai più giovani, in famiglia e nelle scuole, che il rifiuto è una risorsa e che disperderlo nell’ambiente è un crimine dannoso e stupido.