Verso il recupero della Vergine Addolorata del monastero di Santa Chiara

L’associazione Dimore Storiche Neretine è impegnata nel recupero di una tela del XVIII secolo raffigurante la Vergine Addolorata, che è attualmente custodita presso il monastero di Santa Chiara e che sembrerebbe attribuibile, secondo le analisi stilistiche, a un importante pittore italiano del Settecento, Corrado Giaquinto. Per questo motivo, sabato scorso l’associazione ha organizzato La senti questa voce, concerto (patrocinato dal Comune di Nardò) nella villa comunale con due artiste d’eccezione, Carolina Bubbico e Cristiana Verardo. Un evento di spessore dal punto di vista musicale e riuscito sul piano organizzativo, anche perché la contestuale raccolta fondi ha consentito di mettere da parte oltre 700 euro per le spese di recupero del dipinto. L’obiettivo dell’associazione, guidata dal presidente Gabriele Pellegrino, è quello di recuperare l’opera e renderla fruibile attraverso le visite guidate all’interno del monastero. Peraltro, il recupero della tela, già autorizzato dalla Soprintendenza e affidato alla ditta Cnido s.n.c (specializzata nel restauro e nella conservazione dei beni culturali), rientra in un progetto più ampio che riguarda la valorizzazione e soprattutto la fruizione di altre opere che oggi sono custodite all’interno del monastero e sono a rischio degrado.

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La raffigurazione della Vergine Addolorata è collocata lungo il corridoio di accesso al coro superiore della Chiesa ed è oggetto di venerazione durante i riti della Settimana Santa. Risulta inedita e non documentata tra le fonti scritte del monastero. La Madonna è ritratta a mezzo busto e dal volto rivolto al cielo traspare il suo composto dolore. Riconoscibili sono gli attribuiti iconografici: la spada che trafigge il cuore e la corona di spine grondante del sangue di Cristo. L’attenta osservazione dei passaggi chiaroscurali e dei dettagli anatomici del volto e delle mani rivela l’alta qualità pittorica del dipinto.

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L’analisi stilistica e iconografica rimanda alle opere di Corrado Giaquinto, tra i maggiori protagonisti della pittura del Settecento europeo ed esponente di spicco del rococò romano. Le sue opere oggi arricchiscono i più importanti musei del mondo: dal Louvre alla National Gallery di Londra, dal Prado al Metropolitan Museum di New York, dagli Uffizi al Museo di Capodimonte e alla Reggia di Caserta. In Puglia vari suoi dipinti sono confluiti nella Pinacoteca Provinciale di Bari, che reca il suo nome, e nel Museo Provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce, mentre un cospicuo numero di sue tele si conserva nella natia Molfetta. Qualora gli studi effettuati nel corso del restauro confermassero l’attribuzione a Giaquinto, il pregevole dipinto andrà ad arricchire ulteriormente il patrimonio pittorico del complesso monastico che annovera già importanti opere di illustri pittori sei-settecenteschi, come Pietro Lucatelli, Andrea Miglionico e Leonardo Antonio Olivieri. L’iter metodologico proposto dai restauratori della ditta Cnido, Alessandro Burgio e Chiara Muschitiello, mira a restituire dignità al dipinto che oggi si presenta offuscato e alterato da aggiunte, vistose ridipinture e integrazioni.

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Si tratta, dunque, di un’opera preziosissima dal punto di vista artistico, anche per l’attribuzione a Giaquinto. Per questo motivo l’amministrazione comunale ha patrocinato l’evento di sabato e, per quanto possibile, intende affiancare in questo percorso l’associazione Dimore Storiche Neretine, con la quale ha già condiviso diversi progetti di promozione del patrimonio storico e architettonico della città, a cominciare dall’evento “Corti Aperte”.