Chiazze scure nel mare di Gallipoli, Confindustria si rivolge a Regione, Comune e Acquedotto

Confindustria Lecce si rivolge a Comune, Regione e Acquedotto in merito alla “ripresentazione di macchie giallo-marroni nelle acque normalmente cristalline del mare di Gallipoli”, una “grave situazione” con ricadute negative per l’immagine del territorio. Il presidente Giancarlo Negro ha scritto alle istituzioni competetnti al fine di trovare una soluzione e un’assunzione di responsabilità rispetto a questa vicenda.

“Sono trascorsi quasi due anni dalla riunione svoltasi in Confindustria Lecce con i referenti di Acquedotto pugliese alla presenza del sindaco, senza che nulla si sia mosso per risolvere l’annosa questione. Da quell’incontro, infatti, dovevano esserci, a distanza di 30 giorni, un aggiornamento che mai si è tenuto e l’assunzione di impegni precisi a vantaggio delle imprese e della salubrità dei territori”, lamenta il numero uno dell’associazione. “Nel frattempo la chiazza gialla e marrone, spinta dai venti, si allarga di anno in anno per più di un chilometro lungo il litorale ionico, all’altezza del depuratore che serve i comuni di Gallipoli, Alezio, Sannicola e Tuglie”, evidenzia. Una zona paesaggisticamente molto bella, come gran parte della costa ionica. Come sottolineato da Confindustria Lecce, il problema sarebbe da imputare “all’evidente sottodimensionamento del depuratore, incapace di smaltire i reflui di un’utenza che dal 2002 al 2020 è passata da circa 45 mila persone a più di 130mila, sia per la presenza di turisti che affollano la zona nei mesi estivi, sia per l’incremento del numero di abitanti dei comuni limitrofi”. Una storia che si trascina da anni.