Grande distribuzione, moka vs capsule, contesto economico: Antonio Quarta, il patron di Quarta Caffè, racconta il post lockdown delle imprese salentine, in particolare della sua, a Comunicaffè.
Durante il periodo di quarantena, su 15 marchi di caffé presenti in Puglia, sono stati solo in quattro a continuare a commercializzare attraverso i canali retail e si tratta di Quarta Caffè, Valentino Caffè, Caffè Ninfole e Saicaf.
Per quanto riguarda la torrefazione salentina Quarta, dice il patron: “Il fatturato in due mesi derivato dal bar è stato quasi pari a zero, però abbiamo notato un incremento nella richiesta dei nostre miscele, perché molti le hanno consumate in famiglia, registrando un considerevole un aumento, soprattutto delle nostre specialità AVIO ORO e miscela BAROCCO 100% arabica da 250 grammi così affermando il ritorno della moka.”
La moka, infatti, è il fiore all’occhiello per i Quarta che ne sono grandi estimatori. “Penso che siano le nostre tradizioni ad aver determinato la notorietà di un prodotto made in Italy che, nonostante non sia una nostra produzione agricola, ci ha reso famosi come migliori torrefattori e miscelatori della materia prima e non solo”.
E per quanto riguarda le capsule: “Io sono molto critico verso la capsula perché non è un know how italiano. E’ un modo per far credere al consumatore di poter preparare un espresso in casa. Invece non è affatto come quello preparato al bar. Noi torrefattori dovremmo sottolineare questa incoerenza quando spingiamo le capsule, che danneggeranno il bar. Perché questa convinzione che passa nella pubblicità, porterà a pensare che l’espresso delle capsule a un prezzo più conveniente, sia preferibile a quello del bar.”
Inoltre sulla capsula ci sono dei seri dubbi per il suo impatto sull’ambiente e sulla salute: “La capsula, oltre alle problematiche certe per lo smaltimento e dubbie per la salute, pone problemi di impatto ambientale oltre che per lo smaltimento anche di tipo logistico, infatti i volumi a parità di chilogrammi sono più che quadrupli tra le confezioni di capsule e quelle del macinato tradizionale, quindi i trasporti aumentano a dismisura. E poi c’è la minaccia di cui parlavo prima: la capsula è un rischio per il mercato Horeca”, afferma Quarta, “Per questo i commerciali del settore Horeca, con cui mi confronto, la considerano una minaccia per gli stessi baristi, in quanto tutta la comunicazione di questo prodotto enfatizza il fatto che si possa degustare un espresso a casa come in un bar o in una caffetteria.”