9 anziani deceduti in Rsa a Soleto. Il dramma di una famiglia: “Non sappiamo se nonna è davvero morta”

Sono nove gli anziani positivi al coronavirus deceduti dal 21 marzo ad oggi nella Rsa ‘La Fontanella’ di Soleto. La struttura, fino a pochi giorni fa, ospitava 90 persone, ora 33. Di queste 30 sono positive al Covid-19. Gli ospiti negativi sono stati separati dagli altri e collocati a distanza in stanze singole. Tutti gli altri sono stati trasferiti in questi giorni in altre strutture di lungodegenza. L’ultimo decesso si è verificato ieri. Complessivamente sono 88 i casi di contagio registrati tra pazienti e sanitari. I dati sono forniti dall’Asl di Lecce, che da alcuni giorni gestisce la Rsa.
La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta delegata ai carabinieri del Nas in quanto si sospetta che alcuni degli anziani deceduti, tutti affetti da gravi patologie invalidanti, possano essere morti in seguito all’allontanamento del personale dipendente dopo i primi casi di positività. All’attenzione degli investigatori quanto accaduto dal 21 al 26 marzo, prima che l’Asl subentrasse nella gestione della struttura.

In seguito al primo decesso con positività riscontrata, il personale si era messo in quarantena volontaria e gli anziani erano rimasti senza assistenza e cure per giorni, come ha denunciato dal sindaco di Soleto, Graziano Vantaggiato, abbandonati dunque a loro stessi.
Attualmente la Rsa sta operando di fatto come un vero e proprio reparto Infettivi. Tre i turni giornalieri di lavoro in cui ruotano un medico, due infermieri e 8 Oss, a cui si aggiungono gli operatori incaricati delle pulizie, della gestione della biancheria, dei pasti e l’ausiliariato in genere.
Gli avvocati, Roberto e Michele Bonsegna, hanno dichiarato in proposito che «non si è mai verificato alcun abbandono degli anziani, ma c’è stato un caso di sotto organico causato dai continui contagi a cui la proprietà ha cercato di intervenire con contratti di assunzione del personale».

Circa i decessi, però, per alcuni familiari sorgono dei dubbi in quanto, nei giorni di confusione vissuti dalla struttura, non è stato possibile capire se fossero deceduti o fossero stati spostati. Valentina Treglia, giovane neomamma di Melpignano, confida alla Gazzetta del Mezzogiorno che l’incredibile vicenda di scambi di persona, di comunicazioni con opposte versioni sulle condizioni della nonna, tumulata il 31 marzo senza che nessun familiare abbia potuto vederla, possa ancora avere un epilogo diverso da quello tragico. Persiste la speranza che nonna Germana sia viva.