Li Sferracavalli

A Lecce c’e’ vico Sferracavalli, la stradetta di fronte palazzo Balsamo in via Palmieri, che sfocia nel largo di via Scarambone. In questo ultimo largo vi era stata in passato anche una piazza d’armi al confine con le mura cittadine. La denominazione ” stratha delli sferracavalli ” la troviamo per la prima volta nel 1542 (A.S.L. – Platea del monastero di San Francesco d’Assisi fol. 10), quindi e’ molto antica. In questa zona si sferravano i cavalli e gli asini, e questi artigiani venivano chiamati ” li sferraciucci “. L’operazione di sferrare i cavalli non era prevalente rispetto a quella di ferrarli; ai cavalli si toglievano i ferri periodicamente, circa ogni 40 giorni, al fine di ridurre, servendosi di una grossa lima, lo zoccolo cresciuto nel frattempo, dopo di che i ferri, che in dialetto erano detti ” staffe “, venivano riapplicati agli zoccoli. Gli sferracavalli erano differenti dai maniscalchi ( che si trovavano nel portaggio di San Biagio, nel luogo detto ” la ferreria delli manisqualchi ” ), loro esercitavano solo l’arte del ferrare ,e ” la mascalgia ” che serviva per curare i cavalli ed altre bestie. Questi erano chiamati: ” li ferracavaddhri o li ferratori “. Mestieri che in queste zone vi sono stati finchè’ c’erano ancora le carrozze ed i carretti trainati dagli asini.
Lecce d’altri tempi………..

                                          Gianni Binucci