Nel giorno del 50° anniversario della scoperta della Grotta dei Cervi, in esclusiva per Informalecce, Riccardo Rella rilancia la sua proposta

NEL GIORNO DEL 50° ANNIVERSARIO DELLA SCOPERTA DELLA GROTTA DEI CERVI, IN ESCLUSIVA PER INFORMALECCE

Il giorno 1 settembre 1998 presentai, in conferenza stampa nei locali della Provincia di Lecce (Protocollo n° 42209-7B del 7-09-1998) oltre che, alla Soprintendenza Archeologica di Taranto ed ad altre Istituzioni la mia personale idea-progetto mirata alla fruizione turistica della Grotta deiCervi di Porto Badisco, sito preistorico, unico nel suo genere, in Europa.

La mia idea, da speleologo estremamente ambientalista, mirava a risolvere, nel massimo del rispetto per tutto il contesto circostante e per la tutela dei preziosissimi pittogrammi, l’annoso problema della loro salvaguardia, compatibilmente con la fruizione turistica, mediante l’impiego e l’applicazione della Realtà Virtuale tridimensionale immersiva (già, all’epoca esistente e perfettamente funzionante).

L’idea, vicinissima alla realtà, proponeva la ricezione delle immagini fisse o in movimento, in un cammino virtuale all’interno della Grotta deiCervi, per il tramite dei visori RV-3D impiantati in uno qualsiasi dei contenitori limitrofi (masserie, immobili abbandonati che, all’epoca potevano essere acquistati a prezzi bassissimi). All’interno della Grotta, un solo intervento di ripresa e basta.

Quella mia idea, che presentai, insieme alla relativa apparecchiatura, direttamente al sindaco Luciano Cariddi fu impiantata, anni dopo, nel Castello di Otranto, permane sempre valida, non invasiva e può essere completata, nel pittoresco interland di Porto Badisco, da ulteriore mia idea che prevede una proiezione delle pitture preistoriche all’esterno, oltre che da un percorso reale a piedi neolitico/paleolitico, tra terra e mare, tra testimonianze e suoni preistorici diffusi nell’aere, oculatamente e saggiamente riprodotti.

A distanza di 50 anni dalla scoperta, 1 febbraio 1970- 1 febbraio 2020, è giustissimo e sacrosanto consegnare ai familiari dei miei amici scopritori, Severino Albertini, Isidoro Mattioli e Remo Mazzotta, purtroppo non più con noi, un grande riconoscimento ufficiale da esporre, anche, nel Museo Faggiano di Lecce, per il prestigioso contributo che, umilmente, senza chiedere nulla e solo per pura passione, hanno donato al Salento.