Il monito dell’ONU: meno di 11 anni per salvare la biodiversità della Terra

Per garantire la vitalità degli ecosistemi e la salute umana, almeno il 30% della superficie terrestre dovrebbe essere trasformato in aree protette entro il 2030. Lo sottolinea con urgenza L’ONU mediante lo “zero draft text of the post-2020 global biodiversity framework”, una bozza che dovrà essere discussa dai rappresentanti dei circa 200 paesi che si riuniranno il prossimo ottobre a Kunming, in Cina, in occasione del vertice sulla biodiversità.

Un rapporto sullo stato degli ecosistemi, redatto sempre dall’ONU lo scorso anno, ha svelato che ben un milione di specie animali e vegetali risultano a rischio estinzione. Dunque, l’urgenza è sempre più impellente.

Entro il 2050, ci si aspetta che l’Africa perda il 50% dei suoi uccelli e mammiferi e che la pesca in Asia crolli completamente. La perdita di piante e vita marina ridurrà la capacità della Terra di assorbire il carbonio, creando un circolo vizioso.

Per questo, l’ONU ha proposto di dichiarare area protetta almeno un terzo delle aree terrestri e marine: di questo, circa il 10% dovrebbe essere sotto una protezione rigorosa.

Il piano prevede anche soluzioni per contrastare la crisi climatica in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi, tra cui progetti di riforestazione e di ripristino del suolo, nonché la riduzione di diffusione di specie invasive e dell’inquinamento causato da pesticidi e plastica.