Fanfullicchie leccesi, i riccioli di zucchero tornano sulle bancarelle nel giorno di Ognissanti

Un leccese doc sa bene cosa sono le Fanfullicchie, tradizione antica che ancora oggi nel giorno di Ognissanti compare sulle bancarelle.
Sono le tipiche caramelle zuccherate attorcigliate su sé stesse, che si offrivano ai bambini poveri e agli orfani nel giorno di Ognissanti e durante l’intera settimana di commemorazione dei defunti.
Anche se sono dei dolci tipici della nostra tradizione, molti salentini non conoscono le Fanfullicchie, probabilmente perché la più popolare e conosciuta festa di Halloween, con i suoi dolcetti o scherzetti, le sue zucche e maschere spaventose le ha messe da parte. Da qualche anno, però, questi riccioli di zucchero sono tornati nelle bancarelle di dolciumi leccesi riportando a galla un po’ di storia e tradizione.
La tradizione delle Fanfullicchie affonda le proprie origini nel 1639 quando, durante la celebrazione della consegna della “Spasa (guantiera) di monsignore“, avvenne l’investitura del vescovo Luigi Pappacoda.

Col tempo, quella ricorrenza si trasformò nella “Fera te lu panieri“, una festa ormai sparita da almeno 50 anni, durante la quale si vendevano le fanfullicchie e i tipici giocattoli in legno come le girandole, le trozzule o i tamburelli su cui far rimbalzare due palline. Quest’appuntamento era irrinunciabile per i più piccoli fino ad almeno mezzo secolo fa, perché in quel tempo era raro gustare una caramella all’essenza di menta. Col tempo questo rito è stato gradualmente sostituito da altre ricorrenze.

Le fanfullicchie col tempo sono cadute nell’oblio e solo da qualche decennio questa tradizione tutta leccese ha ripreso il suo posto nel cuore della gente. Oggi rappresenta un obbligo per tutti coloro che vogliono celebrare al meglio la ricorrenza di Ognissanti.