Torna l’ora legale: pro e contro per l’organismo

Torna l’ora legale: in attesa di capire quale ora adotterà il nostro paese, dopo la decisione del Parlamento europeo di abolire questa pratica a partire dal 2021, tutti i 60 milioni di italiani nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, alle ore 2, dovranno spostare l’ora in avanti.

Dal 2004 al 2017, il minor consumo di elettricità dovuto dall’ora legale è stato complessivamente di circa 8 miliardi e 540 milioni di kilowattora (equivalente del quantitativo annuo di energia elettrica della Sardegna) e ha comportato per i cittadini un risparmio economico di circa 1 miliardo e 435 milioni di euro. I mesi in cui si nota di più il risparmio sono aprile e ottobre, in quanto hanno giornate di luce “naturale” più corte e spostando l’ora in avanti si ritarda l’uso della luce artificiale nelle ore in cui le attività lavorative sono in pieno svolgimento.

Un risparmio d’energia da un lato, ma uno stato di malessere e stress dall’altro.


È fattuale che si dorma un’ora in meno quel giorno, quello che molti non sanno, è secondo uno studio pubblicato da Neuroscience Letters, tantissime persone ci impiegherebbero quasi 3 settimane per tornare ad un sonno più lungo e non disturbato. Questo avrebbe poi conseguenze negative anche a livello produttivo: meno riposo, meno concentrazione sul lavoro. I giorni successivi al cambio dell’ora, i dependente sarebbero più portati a “cyberoziare”, ovvero a passare del tempo su siti internet che non hanno a che vedere con il lavoro. Ci sarebbero ulteriori studi che hanno dimostrato come nelle prime settimane di ora legale, sia più alto il numero di suicidi (il cambiamento dei ritmi cronobiologici nelle persone più fragili potrebbe avere effetti più negativi) e di attacchi di cuore (il rischio di infarto è più alto al mattino e l’ora persa di sonno potrebbe incidere sulle persone che soffrono di cuore).